Un viaggio musicale dal Maghreb all’Oriente
Un repertorio che unisce strumenti a fiato con liuto medievale e il guembri berbero.
Musiche tradizionali sufi, dal Maghreb alla cultura persiana
Nour Eddine Fatty voce, ghaita, Leira, guembri
Abdelmajid Karam oud, percussioni, cori
Yassin El Mahi bendir, derbuka, cori
Peyman Tadayon ney, kawal
Nour Eddine è un musicista, cantante e coreografo dalle antiche origini berbere. Autore di diverse opere musicali del deserto e del mediterraneo. Ha fondato vari gruppi musicali di musica etnica del deserto e Gnawa, fra cui il gruppo Azahara, Desert Sound, Jajouka, con i quali ha realizzato concerti sia in Italia che all’estero.
Ha collaborato con Tony Esposito alla realizzazione della colonna sonora del film “Storie d’amore con i crampi’ e con il gruppo Trancendental (premio Globo d’oro per la colonna sonora de “Il Bagno Turco”). Ha partecipato con il suo gruppo musicale e di danza all’ultimo film del regista algerino “L’albero dei Destini Sospesi” (54° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia) e come cantante al film “L’appartamento” di Marco Bellocchio.
Ha inoltre collaborato, sempre con i Trancendental, per la realizzazione della colonna sonora del film “Elvjs & Merilijn” di Armando Manni.
Dopo il commosso omaggio ai sapori, ai profumi, ai colori e alle musiche di Zri–Zrat, il suo villaggio d’origine, Nour–Eddine si è dedicato alla realizzazione di un progetto discografico basato sul recupero della ricchissima e affascinante tradizione tribale e rituale Gnâwa e Jahjûka, di ascendenza sufi, dal titolo appunto “Gnawa & Jahjuka Trance”.
La cerimonia Gnâwa – che si svolge nel corso di un’intera nottata – è un rito di possessione con funzioni essenzialmente terapeutiche, comprendente tre fasi: la ‘ada, una processione coloratissima, una parata chiassosa che incita alla danza e alla vibrazione; i kûyû, una serie di danze affidata ai musicisti: non è ancora la trance, ma un gioco preliminare, uno spettacolo, una preparazione all’ultima fase (la più seria), quella dei m’louk, durante la quale su un vassoio vengono portati incenso e veli di colori diversi, che servono da insegne di riconoscimento per i sette diversi simboli m’louk, la cui parossistica alternanza spinge la trance al suo massimo grado.
Quella dei musicisti di Jahjûka – un villaggio ai margini della catena montuosa del Rif – è una tradizione altrettanto antica e profondamente radicata, che ha prodotto un repertorio specifico. I maestri musicisti viaggiano per la valle di Srif per animare nozze, feste, veglie in onore di un dignitario in visita, e tante altre occasioni nel corso di tutto l’anno. Ancora oggi, nella città di Ouezzane, si continuano ad acquistare le ghaytât (oboi rudimentali, simili alla nostra ciaramella, tipici strumenti jahjûka, insieme con il tbel).
Nour–Eddine, voce straordinaria (ma è anche al liuto, alle percussioni, alla chitarra e alla ghaytâ), è accompagnato qui da una band di giovani musicisti maghrebini.
Il lavoro successivo “Coexist”, allunga gli orizzonti sonori di Nour Eddine, combinando la “sua” musica, con le sonorità più moderne e contaminate della musica occidentale, che in questo caso vengono usate in maniera discreta per dare ancora più forza e attualità alla sua “necessità” di comunicare. Il risultato è pura musica “world”.
Sempre con CNI pubblica il CD “Taragnawa”, progetto realizzato insieme a Phaleg e, nel 2011 il CD “Sound of spirit”.
Yassin El Mahi, nato nel 1983 a Rabat, capitale del Marocco. Viene indirizzato all’educazione musicale fin da bambino, prima all’interno dell’ambiente familiare e poi praticando e imparando con vari gruppi ed artisti locali. In seguito ha frequentato i corsi di canto e percussioni tradizionali presso il conservatorio nazionale di musica “Moulay Rachid” di Rabat. Diverse famose collaborazioni internazionali, fra cui anche con il Maestro Franco Battiato.
Karam abdel Majid
Ex liutista de l’orchestra di piazza Vittorio.